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Tempi di recupero

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Gianni
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Tempi di recupero

Messaggio da Gianni »

Posto con molto piacere uno scritto inviatomi da un vecchio amico di gioventù. Cercate di leggerlo perché tratta di un argomento molto importante. Eccolo:

APNEA E TEMPI DI RECUPERO

Cari amici prima di tutto vorrei ringraziare il mio amico Gianni che mi ha dato l’opportunità di scrivere su questo forum. Per parlare di tempi di recupero nella pesca in apnea non basterebbe una giornata intera e occorrerebbero cento pagine per scrivere esattamente come stanno le cose. Certo è che in tanti anni di attività al fianco dei più bravi pescatori italiani ne ho sentite veramente di tutti i colori. Ognuno ha una ricetta, ognuno ha un proprio sistema per stimare il tempo adeguato prima di un tuffo. Per fortuna oggi abbiamo le idee molto più chiare grazie anche agli studi che il nostro Team ha condotto durante i vari raduni che ogni anno organizziamo proprio per studiare e migliorare le performance atletiche. E’ importante però ricordare che un adeguato tempo di recupero in superficie non è solo il modo corretto per eseguire la successiva immersione ma è soprattutto il modo migliore per fare una attività in sicurezza. Negli ultimi dieci anni ci siamo concentrati sulla risposta fisiologica dell’organismo durante l’immersione e durante il successivo periodo di attesa in superficie. Abbiamo monitorato molti parametri (respiratori, ematici, cardiaci) e siamo arrivati alla conclusione che anche per l’attività subacquea, come per le discipline sportive terrestri, la valutazione della frequenza cardiaca può essere lo strumento ideale per imparare a conoscersi e a conoscere i propri limiti, in modo particolare per la determinazione del tempo di recupero prima di un nuovo tuffo. Il tempo di recupero non è e non può essere un valore assoluto, uguale per tutti. E’ un parametro che viene influenzato da molte variabili esterne come la profondità del tuffo precedente, la durata dell’apnea, la temperatura dell’acqua, le ore di attività, ma in modo particolare dalla predisposizione fisiologica di quel giorno. Ognuno di noi attua tutta una serie di meccanismi di autodifesa quando il corpo si trova in situazioni limite e questi meccanismi producono delle risposte che generano degli adattamenti alcune volte transitori (diving reflex, bood shift, ecc.) altre volte stabili (bradicardia da sport o cuore dell’atleta). Tutti gli adattamenti transitori sono quelli che maggiormente sono influenzati dalle variabili ambientali. L’uso del cardiofrequenzimetro consente di leggere immediatamente la risposta dell’organismo alla sollecitazione a cui è sottoposto e quanto tempo impiega per ritornare in una condizione di recupero. E’ chiaro che la fisiologia subacquea non corrisponde per niente alle attività terrestri per cui dimenticate di usare il cardiofrequenzimetro come lo si usa se si va a fare una corsetta. L’influenza dell’attività in apnea modifica la risposta cardiaca in modo completamente differente rispetto alle attività “terrestri”. Per esempio durante un tuffo in apnea la frequenza cardiaca si abbassa e rimane costante fino al raggiungimento delle contrazioni diaframmatiche, se si prosegue con l’apnea la frequenza cardiaca subisce un ulteriore abbassamento, si innalza solo al primo atto respiratorio dopo la riemersione. Il tempo necessario per permettere alla frequenza cardiaca di tornare nella condizione di riposo (valore soggettivo) è il tempo adeguato di recupero prima del tuffo successivo. Quindi, tutti i sistemi empirici per il calcolo del tempo di recupero possono aiutare ma non saranno mai personalizzati per voi e adeguati al momento storico nel quale vi trovate. Imparare a conoscersi significa immergersi con maggiore sicurezza. Avere la consapevolezza dei propri limiti permette di praticare l’apnea con consapevolezza e divertimento. Un’ultima cosa che ripeto da sempre a tutti “non immergetevi mai da soli !”. L’aiuto tempestivo di un compagno in un momento di difficoltà può trasformare una tragedia in un ricordo da raccontare con gli amici durante una cena. Nel nostro team questi valori sono ormai radicati grazie all’impegno del nostro Team Manager Marco Bardi che dagli inizi ha cercato di creare un gruppo che portasse avanti la divulgazione della pesca in apnea oltre ai risultati sportivi. Buon mare a tutti !

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Re: Tempi di recupero

Messaggio da vargas »

Bell'articolo Gianni, :txs a nome di tutti. :clap :clap

Mi permetto di ribadire l'invito di Gianni a leggerlo, la sicurezza non è mai troppa e nozioni in più di questo genere possono fare la differenza :ok :ok


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Re: Tempi di recupero

Messaggio da Gianni »

Volevo chiedere a tutti: voi come vi regolate? Io solitamente, non avendo computer che mi dà i tempi di recupero, né tantomeno un cardiofrequenzimetro, mi impongo circa il triplo del tempo di immersione. Se poi sento che i battiti non sono tornati regolari attendo ulteriormente.


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Re: Tempi di recupero

Messaggio da vargas »

anche io solitamente, se e quando mi capita di fare apnee più lunghe, attendo il triplo del tempo di immersione,
Se poi per assurdo sono stanco faccio proprio festa, ma non essendo un profondista non mi è mai capitato di essere tanto stanco.
Spesso però è capitato che a fine pescata (3 ore max , di + un reggo) senta proprio di "non averne più", e allora rifaccio festa....
Bellissima la parte dove dice che ogni giornata è un momento storico della nostra vita a sé, praticamente invitandoci a non basarci sui cazz di tempi, e ascoltare il nostro corpo. :clap

Cosa che anche io, salla mia quasi inesistente cultura subacquea, ripeto sempre... :nr 1


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Re: Tempi di recupero

Messaggio da alinos »

L'articolo è interessante, ma manca della parte fondamentale, quello che in inglese diremmo "take and way".
Cardofrequenzimetro (che nessuno ha) tempi di recupero ecc ecc. Ma in pratica quanto deve essere il tempo di recupero?
Un articolo così ben scritto senza una chiosa utile nel finale, non serve a niente. Imho.
Scusatemi ma oggi sono particolarmente polemico e rompicoglioni. :oh_no


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Re: Tempi di recupero

Messaggio da Gianni »

Non sei polemico, sei attento. Per quello che riguarda i tempi Luca mi ha detto che non esiste una regola base perché troppi sono i fattori che li influenzano quali l'allenamento, il proprio tempo di recupero (riferito ai battiti cardiaci) etc etc. La mia intenzione era soltanto porre l'attenzione su di una cosa della quale non sento mai parlare un granchè. La vecchia teoria prevedeva il 3 a 1, come già detto io mi ci attengo però cerco di sentire anche i battiti. Per il cardiofrequenzimetro gli ho chiesto io di non menzionare marche.
Meno 2 :eat


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